Nella settimana che precede il workshop si parte all’alba alla volta di Staffin
Bay, una delle location selezionate per una sessione di scatto da proporre ai ragazzi.
Il sopralluogo è una delle attività meno praticate dal fotografo amatore, vuoi per
l’impossibilità di recarsi più volte sullo stesso posto, vuoi perché l’idea di prefigurare
la condizione di scatto sia sotto il profilo dell’inquadratura che della direzionalità
della luce è un concetto che si sviluppa col tempo e con l’esperienza.
Il tempo non lasciava molte speranze quella mattina. Chiusura totale, nuvole in
abbondanza con possibilità di luce filtrante ridotta al minimo sindacale. Faccio
dei bei respiri :) (vista l’alzataccia) e confido nel mio solito spirito guida che
mi spinge sempre in ogni situazione a cercare comunque il meglio che posso ottenere
sul campo, anche in condizioni “scarsamente adrenaliniche” come queste. Capire il
luogo e come approcciarlo non è mai facile, specie in aree come quella di Staffin
dove gli spunti sembrano non finire mai e non riesci bene a capire da dove cominciare.
Dopo una attenta perlustrazione dell’area, affacciare il cavalletto sull’oceano pare
sia la cosa più interessante visto tral’altro che il mare oggi non sembra particolarmente
felice di vedermi, a guidicare da come sta agitato :)
Decido in prima battuta una soluzione di scatto che mi permette inquadrature al
riparo dagli spruzzi d’acqua sollevati dal mare in tempesta, che gioco forza bagnano
filtri e attrezzatura. Monto un medio tele (70-200) e mi sposto all’interno per
rimanere più riparato. Trovo due soluzioni davvero interessanti che mi permettono
di sfruttare a pieno anche l’idea dei piani focali disegnati in lontananza dalle
onde che si infrangono con violenza sulla scogliera.
Spostandomi più avanti trovo una posizione più vicina al mare ma un po’ più “riparata”
e decido l’approccio. Trovo una composizione che mi permette di utilizzare un canale
d’acqua come linea guida verso il mare aperto. E’ subito amore :)! Per l’occasione
monto il mio grandangolo e con l’ausilio del mio amico “big stopper” decido una
lunga esposizione.
Il risultato è quello che vedete! A volte anche in mancanza di una luce eccellente,
la creatività e l’occhio del fotografo possono regalare foto che lasciano comunque qualcosa.
Dati di scatto
- Fotocamera: Canon EOS 5D Mark III
- Ottica: Canon 16-35 f/2.8 II
- Lunghezza focale: 16mm
- Apertura: f/8
- Tempo: 70 sec.
- ISO: 50
claudio
19 November 2012 12:22
Anche io un po' sorpreso dell'apertura f/8, ma, in fondo, con un 16 mm la pdc c'è ugualmente (anche se a 100 iso e f/11 non sarebbe cambiato nulla). Oltre al big stopper Lee da 10 diaframmi, avevi montato anche un GND? Quale?Trovi un decadimento della qualità con l'uso di più filtri insieme? Comunque la foto è, al solito, molto bella: mi piace il movimento sinuoso dell'acqua che, dall'angolo sinistro in basso descrive una doppia curvatura per trovare sbocco in mare al centro in alto e mi piace anche che in basso, il movimento ravvicinato dell'acqua dia un aspetto più evanescante e burrascoso, là dove, più in fondo, l'azzurro è più compatto. Complimenti e ancora una riprova che la fotografia di paesaggio non è per i pigri. Claudio
Francesco Talin
11 September 2012 15:42
Ciao Mauro, posso solo immaginare quanti spunti fotografici possano esserci in zone come questa, dove ogni roccia, colore, scoglio possono diventare linea guida, e il tutto può sfociare in una gran confusione perchè non si sa quale sia l'interpretazione migliore. Trovo la scelta che hai fatto decisamente buona (Ho visto le scelte fatte da Matteo e Luca al workshop), forse la migliore che ho visto, riesce a trasmette il senso del luogo e al contempo, un senso di "tempo che si ferma"; mi tornano in mente quei momenti in cui, proprio con questo tipo di condizione meteo, ti fermi a guardare il paesaggio e il tempo sembra non passare mai mentre il tuo sguardo è attratto dall'orizzonte. La condizione di luce in fondo era buona anche perchè ti ha permesso di lavorare con pochi colori e molte volte proprio questo quasi monocromatismo dona all'immagine quel "di più" che fa la differenza. Visto che li hai messi e li ho letti mi chiedevo come mai l'f/8, raramente nel paesaggio ho visto usare diaframmi di apertura "intermedia" se mi passi il termine, come mai ? Una questione di tempi dettata dall'uso del big stopper?
Mauro Tronto
15 Settembre 2012 14:20
Ciao Francesco, sono contento ti sia piaciuta questa visione di Staffin. Un pò di "personale" che emerge è sempre un buon punto di partenza per una foto. Quanto la diaframma utilizzato, ritengo che f/11 sia l'apertura ideale per questo obbiettivo, a livello di nitidezza e aberrazioni cromatiche. f/8 per via dell'accoppiata col big stopper che mi ha introdotto un tempo piuttosto lungo, considerata poi la forza del mare in quel momento :)
leonardo
11 September 2012 15:07
puoi fotografare anche con una compattina ,con un cielo slavato,senza treppiedi e perfino senza la scheda dentro la macchina ....alla fine sono sicuro che porterai a casa sempre dei bei scatti da fare invidia !!!con ammirazione,leonardo !!!
Mauro Tronto
15 Settembre 2012 15:20
Ahahahah ... carina "senza la scheda dentro la macchina" ... grazie mille Leo, troppo gentile :)